Fortini Austriaci
Ultima modifica 1 dicembre 2021
A metà dell’Ottocento gli Austriaci fecero del comune di Laveno una Imperial Regia Piazzaforte per l’accentuarsi degli attriti tra sponda piemontese e lombarda del Lago Maggiore; anche la vicinanza a Varese, crocevia nevralgico della provincia, metteva la cittadina in una posizione strategica dal punto di vista degli scambi culturali e commerciali.
Il sistema fortificato di Laveno e Cerro fu costruito tra il 1850 e il 1859 su progetto della Scuola Fortificatoria Asburgica, mentre l’effettiva edificazione venne affidata a maestranze locali.
Sulla punta San Michele, nel promontorio settentrionale del golfo, sorse la caserma con accanto il deposito per il carbone e una batteria per tre cannoni. A pianta rettangolare molto allungata, è tutta in laterizio, con un rivestimento di mattoni a vista e blocchi di granito agli angoli.
Sul monte Castello, da cui si potevano controllare il Sempione e le valli del Gottardo, importante via di transito da e per la Svizzera, i resti di un’antica fortezza diventarono un fortino accessibile da una strada ripida e sorvegliatissima: il Forte Castello.
I militari ricostruirono anche parte della cinta muraria usando solo sassi e rocce.
Presso la torre, un ossario testimonia le battaglie che i Cacciatori delle Alpi guidati da Garibaldi sostennero, nel 1859, contro gli Austriaci.
Il Forte Castello era collegato mediante telegrafo al fortino di Cerro che, a pianta circolare, era formato da due casermette sovrapposte e da un terrazzo connessi da una scala elicoidale: oggi è una residenza privata di gran pregio.
Del Forte Nord non è rimasto nulla, ma nel 1854 poteva ospitare fino a 25 soldati. Unito alla caserma da una strada carrabile, dominava i rami del lago. La struttura era tutta in mattoni, con un rivestimento esterno in pietra grezza. La sua denominazione originale Blockhaus (costruzione a blocchi) testimonia l’assemblaggio di figure geometriche della sua architettura: uno spazio semicircolare, uno rettangolare e uno rettangolare combinato.
Nell’arsenale, infine, proprio di fronte alla rada di Laveno, stanziava la flotta austriaca. Si trattava di un caseggiato a un solo piano suddiviso in sei locali, tra cui un magazzino, un laboratorio, una cucina-dormitorio e un ufficio.